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Il ruolo dell’oggetto transizionale per i bambini
Il ruolo dell’oggetto transazionale (o doudou) nello sviluppo del bambino

A molti genitori sarà capitato di assistere a delle vere e proprie tragedie quando, per esempio, prima di andare a dormire o prima di partire per un breve viaggio, il peluche, la bambolina, la copertina, il bavaglino, insomma l’oggetto su cui nostro bambino ha investito più affetto, non si trova più.
E uno si chiede come mai in un caso simile un piccolo oggetto assume un valore così importante e la protesta e così forte. Bene, partiamo dallo sviluppo del bambino. Ovviamente dallo sviluppo psicologico. Nei primi sei mesi di vita il bambino e in uno stato, diciamo, fusionale, cioè non si rende conto della differenza fra se stesso e l’altra persona, cioè chi si prende cura di lui.
Solo nel tempo, durante il primo anno di vita, il bambino impara a riconoscere la differenza tra se stesso e l’altro e quindi scopre che la mamma (o la figura che si prede cura di lui) è un soggetto con una propria esistenza che può comparire o scomparire nel tempo.
Il fatto che scompaia e ricompaia dalla sua vista non significa che lui abbia in mente che questa scompaia e ricompaia anche nella sua vita. È per questo che suscita una reazione alla separazione.
Che cos’e la reazione alla separazione?
È quando il bambino piange, protesta o si sente un po’ angosciato. Ecco quindi entra in scena il famoso oggetto tradizionale cosi mirabilmente descritto da Donald Winnicott, un pediatra e uno psicoanalista inglese.
L’oggetto tradizionale è proprio quell’oggetto che serve a lenire la sofferenza della separazione con i genitori o con la figura di riferimento e dall’altra parte anche un oggetto con cui il bambino inizia a relazionassi in modo affettuoso. Il primo oggetto è quindi la prima relazione differente da se stesso. Ed è per questo che è così importante e fondamentale.
Il Doudou
Noi italiani purtroppo non abbiamo una parola per definire questo oggetto transizionale e utilizziamo invece un termine tecnico, che è quello psicologico. I Francesi invece sono nettamente più fortunati. Loro hanno utilizzato una parola che è veramente a prova di bambino: il Doudou.
Il nostro Doudou è quindi qualcosa di fondamentale e importante perché serve a gestire l’ansia: è sempre scelto dal bambino tra gli oggetti a sua disposizione e sarà poi sempre messo dal bambino da qualche parte quando non servirà più al suo scopo. Però mi raccomando, genitori: non buttatelo mai nella spazzatura perché spesso questo oggetto può essere ripescato al bisogno, dal bambino. Magari in certe età per lo sviluppo quando c’è un po’ di solitudine, un po’ di tristezza o un po’ di paura.
L’oggetto Transizionale nelle fasi dello sviluppo
Sappiate che, addirittura, non solo nell’infanzia viene usato il doudou, ma anche in altre fasi dello sviluppo: per esempio, nell’adolescenza quando molti adolescenti vanno un po’ a ripescare questo oggetto proprio per aiutarsi a trovare un pochino di conforto e questo non significa che sia una cosa fuori dalla norma. Anzi, sappiate che i doudou spesso vengono dati ai bambini quando c’è stato un evento catastrofico, per esempio un’alluvione o un terremoto perché il doudou dà un primo conforto e solleva dall’ansia ed è per questo che è così importante.
Quindi ricordiamoci, genitori: portiamo sempre con noi il nostro doudou quando andiamo a fare i viaggi tutti insieme. Anche perché in questo modo eviteremo dei drammi al nostro bambino ma, soprattutto, anche alla nostra famiglia.
E se il bambino non dovesse avere un oggetto transizionale? Diciamo che la teoria di Winnicott è pur sempre una teoria, e quindi non è detto che deva appartenere a tutti e poi non è detto che l’oggetto transizionale sia veramente un oggetto. Infatti può essere che un bambino scelga un’abitudine, uno spazio, una routine che rappresenta comunque un oggetto transizionale.
Quindi, dobbiamo cercare di rispettare i nostri spazi e le nostre abitudini, e anche quelle, piano piano, verranno a lui cosi come verrà messo da parte l’oggetto transizionale.
Non dobbiamo avere paura di questo, quindi ricordiamoci genitori che il nostro consiglio è quello di essere naturali e rispettare i bisogni dei nostri figli, anche quando si tratta di oggetti tradizionali.
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